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(fonte Conflitti e strategie)
Il prof. Gianfranco La Grassa, economista e saggista, di cui si pubblicano le opinioni in questo sito è professore emerito di politica economica alle università di Pisa e Venezia(quì una sua breve biografia con le ultime sue pubblicazioni). Ha scritto decine di saggi pubblicati con le più importanti case editrici italiane, da Editori riuniti a Feltrinelli, e parecchi suoi studi hanno avuto traduzioni in varie lingue.
Per fare conoscere il pensiero di Gianfranco La Grassa viene pubblicato in altre pagine una introduzione che scrisse qualche anno addietro il compianto Costanzo Preve.
Com’era ormai nelle cose, Foa è stato bocciato alla commissione
vigilanza. Malgrado i “sottili” distinguo – nulla da dire sul
nome, ma sul metodo e soprattutto sul fatto che Salvini avrebbe dovuto rispettare
l’alleanza del centro-destra e chiedere il permesso al “vile nano” – i
berluscones si sono allineati a pidioti e ellugalisti (smettiamola di indicarli
come “sinistra”; quest’ultima storicamente era la corrente
riformista della classe dominante “borghese”, questi sono non semplicemente
reazionari ma ormai vere cellule cancerogene). Si dice che la cosa non è comunque
del tutto decisa perché ci sono “cavilli” possibili. Non sto
a seguire queste “quisquilie e pinzillacchere” (Totò); ritengo
rilevante quali conclusioni politiche i governativi (ma in specie la Lega; e
ben sapendo che dentro di essa ci sono i “serpenti” tipo Maroni,
ma non solo) sapranno trarre dalla vicenda.
Pian piano si va chiarendo l’“oggettività” di nuove
divisioni e schieramenti. Non è però detto che i “soggetti” implicati
da questa “oggettività” sappiano seguirla e farne finalmente
la leva per scardinare quegli equilibri che hanno consentito agli Usa, nell’ultimo
quarto di secolo, di fare tutto quello che volevano in Europa, mille volte di
più ancora di quanto potevano predominare nel “campo occidentale” nella
fase del sistema bipolare (1945-91). E del resto, anche negli Usa si va accentuando
la campagna per eliminare al più presto Trump (che, sia chiaro, persegue
lo stesso fine di predominanza, ma con metodi che credo più adeguati all’ormai
sempre più netto percorso multipolare). E se non lo fanno fuori entro
un anno al massimo, vedremo degli sconvolgimenti assai più radicali di
quelli visti finora; e questo non semplicemente negli Usa, anzi ancor più qui
da noi. Siamo veramente “in marcia”, ma non nel senso indicato da
un Macron.
Cerchiamo di capire che nei prossimi anni (ma pochi) si decide, a tutti i livelli
della società, l’andamento di una poi ben più lunga epoca
storica. Bisogna battere (ma intendendo tale termine nel senso più forte
possibile) questi vermi che stanno mangiando tutta la “carne sana” delle
nostre società. Ed è evidente che i compiti fondamentali spettano
a quelle generazioni che hanno davanti a loro la fase storica ormai apertasi.
La maggioranza, come in ogni altro periodo della lunga storia della società umana,
può al massimo raggiungere livelli di malcontento, di mugugno, dando vita
ad episodi disordinati e disorganizzati, che semplicemente creano la sensazione
di disgregazione della società, di un suo imbarbarimento e massima involuzione.
Occorre, come al solito, la nascita di forze relativamente ristrette, ben organizzate,
assai drastiche negli obiettivi, ma capaci di raggiungerli con sapiente e sagace
strategia.
Insomma, una apparente violenza che fa piazza pulita dei vermi, ma che è in
realtà retta da una fredda e lucida razionalità. Questa è l’epoca
che si è “oggettivamente” aperta; e se non nascono i “soggetti” in
grado di servire questa “oggettività”, si vivrà una
lunga epoca di oscurantismo. I superficiali, soltanto affascinati dalle meraviglie
di una tecnologia in esponenziale continuo cambiamento, non capiscono che i mutamenti
sociali e politici, legati a necessità oggettive, sono nella sostanza
molto simili nella storia anche se le forme d’espressione mutano. E guai
se vengono a mancare i “soggetti” in grado di realizzare tali “oggettività”.
Si sveglino le nuove generazioni (parlo delle élites che potrebbero formarsi
al loro interno) e inizino a ripensare bene il nostro passato (andando abbastanza
indietro nel tempo; smettetela di pensare al “giorno prima” e soprattutto
fate strame di vergognosi storici incensati per mentire), riunendosi sempre più e
finalmente cercando di riprendere in mano un “destino”, ormai molto
prossimo ma la cui comprensione è oscurata da politicanti e putrido culturame,
di cui pullulano i nostri disgustosi mezzi di informazione.
Introduzione al pensiero marxista di Gianfranco La Grassa secondo Costanzo Preve