GLOSSARIO VIDEOLUDICO





L’interattività è la caratteristica che maggiormente distingue il videogioco moderno, di oggi, dagli altri media: per questo gli autori, nel complesso, dei videogiochi, divengono un'agenzia di acculturamento dei giovani.
Per la natura multimediale del mezzo, il videogame fa uso di codici visivi, testuali, sonori e tattili. Se la presenza di immagini in movimento e del sonoro era già presente nel cinema e nella televisione, l’uso della dimensione tattile è una grossa novità del videogioco; per mezzo del tatto è possibile manipolare le immagini presenti sul video e, grazie ad appositi joystick vibranti, è anche possibile ricevere delle sollecitazioni aumentando così il senso di realismo e di immersione. L’interattività è la possibilità di compiere un’ azione e di vedere il risultato di tale azione. Nelle forme lineari di intrattenimento, come i romanzi, i film, il controllo è affidato a qualcun altro. L'era tecnologica, i computer hanno portato nelle nostre case il videogioco multimediale che si può giocare da soli o in compagnia con altri giocatori. Il videogioco moderno è basato sull'interattività. Al giocatore (o giocatori) viene lasciato un certo margine di comportamento: a secondo dei giochi, egli ha più opzioni per raggiungere il suo obbiettivo. Il giocatore, se il gioco lo permette, può giocare seguendo la sua fantasia, spesso premiata in questi giochi. Il raggiungimento dell'obbiettivo è il contenuto-base educativo del videogioco ed anche principio filosofico del pensiero tecnologico moderno. Grosso modo la storiella sottostante al videogico è uno sviluppo autonomo di quel relitto culturale che è la fiaba, il racconto popolare, proiettato in un mondo fantascientifico, dove magia e tecnica si confondono. Bisogna conquistare un tesoro, bisogna trovare un oggetto magico, occorre entrare in una città fortificata. Per far ciò bisogna sconfiggere i personaggi, spesso mostri, che controllano il tesoro, l'oggetto magico, la città fortificata. Scrittori come H. P. Lovecraft, J. R. R. Tolkien, Robert Bloch, Robert E. Howard, Ray Bradbury, Robert Heinlein, Larry Niven, Orson Scott Card, E.E. Smith; rappresentano solo una piccola parte di un’enorme lista di autori che hanno ispirato i mondi di innumerevoli videogiochi nell’ultimo trentennio. Ma a loro volta questi autori hanno saccheggiato temi e motivi delle fiabe e del racconto popolare.
Dal 1986 col videogame "Dragon Quest" e in special modo col videogames "Final Fantasy" del 1987(gioco che ha si è sviluppato in diverse serie e capitoli) si sono diffusi nel mondo i giochi di ruolo giapponesi. Questi videogames presentano delle caratteristiche autonome. Al momento del combattimento tra "avatar" e il "mostro" si viene trasportati in un'arena temporanea e i contendenti si sfidano secondo certe regole: non vi è, però, la possibilità di interpretare i personaggi e quindi di agire con fantasia. Altre caratteristiche sono la grafica allineata allo stile nipponico di disegno degli "anime" (personaggi dei cartoni animati giapponesi, spesso con spade e armature fuori dalle dimensioni normali) e la tipologia di narrativa, tipica delle storie dei manga(le storie a fumetti giapponesi).
"midi-miti-mici.it" presenta un breve glossario videoludico, che non è assolutamente esaustivo sull'argomento, ma che si tenterà di aggiornare e ampliare.



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