Lo cunto de li cunti, di Giambattista Basile. Tipi, motivi dei cunti e considerazioni III giornata.

Tipi e motivi dei cunti in accordo con Aarne e Thompson: "The types of the folk-tale" Helsinki, 1928, e in accordo con Stith Thompson:"Motif-index of folk-literature" Helsinki 1932.Da Norman Mosley Penzer, The Pentamerone of Giambattista Basile Londra 1932 con traduzione e qualche aggiunta di Salvatore La Grassa(SLG)

Online Il cunto de li cunti in dialetto napoletano a cura di Michel Rak(su letteraturaitaliana.net

Online la prefazione all'opera di Benedetto Croce e i cunti di I e II giornata con testo in dialetto conforme alla stampa del 1634

I cunti delle giornate III, IV e V con testo in dialetto conforme alla stampa del 1634


Belluccia(III giornata, 6° cunto)


Tipi:
884. La fidanzata a servizio come domestica(nel cunto del Basile è un conversatore o affabulatore).

Motivi:
H1578.1. Prova sessuale di una ragazza travestita da uomo.
K1837. Travestimento di fanciulla in abiti maschili.
Motivi non rilevati dal Penzer:
1)La figlia che obbedisce e rispetta il padre si rivela la più forte delle sorelle (slg).
K1310 Seduzione per mezzo di travestimento (slg).



Riassunto
Un uomo rustico chiamato Ambruoso,padre di sette figlie femmine, possedeva ben poco per mantenerle in maniera dignitosa. Aveva questo contadino tutto d'un pezzo grande amicizia con un riccone di nome, Biasillo Guallecchia, padre di sette figli maschi, dei quali il primogenito, Narduccio, che era il suo preferito, gli cascò malato, e non si trovava rimedio. Un giorno che Ambruoso venne a visitarlo, Biasillo gli domandò quanti figli avesse; e quello, vergognandosi di dire che aveva tante femminucce gli rispose che aveva quattro maschi e tre femmine». "Se è così, - replicò Biasillo, - mandami uno di cotesti figli tuoi a tener conversazione con mio figlio, che mi farai un piacere grande".
Ambruoso, che si vide preso in parola, non seppe che cosa rispondere e si restrinse ad acconsentire con un cenno del capo. Ma, tornato a casa, entrò in una malinconia da morire, non scorgendo modo di adempiere all'impegno preso con l'amico. In ultimo, chiamando una per una le figliuole, a cominciare dalla più grande scendendo alla più piccola, domandò quale di loro si sarebbe contentata di tagliarsi i capelli, vestirsi da uomo e fingersi maschio per tenere conversazione col figlio di Biasillo, che stava ammalato.
Tutte e sei le sorelle maggiori si rifiutarono chi per un motivo chi per un altro. Solo l'ultima, Belluccia, vedendo che
il padre a ogni risposta delle sorelle gettava un dolente sospiro, gli disse: "Se per renderti servigio non basta che io mi mascheri da uomo, mi cambierò anche in animale, e voglio farmi tra le tue dita come un pizzico, pur di darti piacere".
Il padre la benedisse e ben presto le fece tagliare i capelli, che si solevano togliere alle ragazze maritate, e le fece indossare un abituccio da uomo un pò strappato di quà e di là. Quindi la condusse presso l'amico Biasillo dove fu ricevuta con il massimo riguardo. Belluccia rimase a servire Narduccio, il malato, il quale, vedendo tralucere da quegli stracci una bellezza da far girare la testa, e mirandola e rimirandola e squadrandola tutta, pensò fra sè che in effetti quello che le stava di fronte era una donna. Questo pensiero lo portò alla malinconia e sua madre se ne accorse. E dopo tanto insistere Narduccio le raccontò i suoi dubbi circa l'identità di quel ragazzo che gli sembrava una ragazza e per la quale stava perdendo la testa. Allora la madre pensò di mettere alla prova il figlio di Ambruoso(il racconto non dice il nome che assunse da giovinetto) mandandola alla stalla dei cavalli. Se era una femmina di certo non se la sarebbe cavata. Belluccia fu mandata alla stalla e le si affidò un puledro recalcitrante. Belluccia gli mise la sella e poi vi salì sopra senza problemi e con disinvoltura lo portò a spasso facendogli fare dei salti e degli esercizi da non credersi. Vista la prova, la madre disse a Narduccio che doveva togliersi dalla testa la frenesia che quel ragazzo fosse una ragazza.
Ma l'idea fissa non passava dalla testa di Narduccio che insisteva che quello fosse una ragazza. Allora la madre propose una seconda prova a Belluccia: quella di maneggiare un archibugio, di caricarlo e sparare. E Belluccia eseguì l'ordine come un provetto soldato.
E di nuovo la madre scongiurò il figlio di levarsi quell'angoscia, perchè quello non poteva essere donna. Ma poichè vedeva che il figlio non si convinceva di ciò, consigliò al figlio di fare la prova decisiva e di portare Belluccia al mare per una nuotata. Così avrebbe visto le sue forme attraverso il costume bagnato. Ma Belluccia capì come andava la faccenda e mandò a chiamare un garzone del padre. A costui diede l'istruzione che, come la vedesse alla marina sul punto di svestirsi, accorrendo le portasse la notizia, che il padre suo stava gravemente ammalato e voleva rivederla prima di morire. Ciò fu eseguito puntualmente per cui Belluccia si accomiatò da Narduccio.
Ma l'indomani mattina Narduccio era a casa di Ambruoso per chiedere della sua salute. Dopo i convenevoli gli chiese di fare scendere il figlio perchè gli doveva riferire delle cose molto importanti. Ambruoso gli chiese di attendere un pò e corse dalla figlia pregandola di cambiarsi d'abito e di scendere. Belluccia eseguì e si rimise l'abituccio maschile, ma nella fretta dimenticò di togliersi gli orecchini ad anelletti. Narduccio si accorse subito di quel particolare e il cuore gli andò in subbuglio. La strinse e le disse che la voleva fare diventare sua moglie. Ma Ambruoso aveva ascoltato e disse: "Pur che tuo padre sia contento, esso con una mano ed io con cento!". Allora andarono d'accordo alla casa di Biasillo. Il padre e la madre vedendo la felicità nel volto del Narduccio accolsero a braccia aperte la nuora. Biasillo volle conoscere il perchè Ambruoso avesse fatto travestire la figlia da maschietto e quello gli rispose che quasi si vergognava ad avere avuto sette figliole. Biasillo, sentendo la nuova, allora propose, visto che lui era il padre di sette figli maschi, di fare un viaggio e sette servizi, cioè di fare sette sposalizi e una grandissima festa.


I cunti della terza giornata



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