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Nella
canzone-ballata La baronessa di Carini c'è il delitto d'onore
e quindi
delitto non punibile fino a poco tempo fà, una consuetudine legislativa
che ha indurito i cuori dei familiari traditi. Della serie: "donna
avvertita, mezzo salvata", una variante del detto: uomo avvertito,
mezzo salvato.
La leggenda si basa su una vicenda che si svolse a Carini(a 25 km. da Palermo)
nel
1563:
padre
e marito,
di
nobile
lignaggio, sorprendono la baronessa con l'amante. La baronessa viene
uccisa dal padre,
mentre
l'amante è ucciso dal marito: tutto regolare secondo le leggi che
risalivano al diritto romano. In un'altra canzone è ricordato
San Calogero. San Calogero è il
Santo Patrono di numerose cittadine siciliane: Agrigento, Naro, San Salvatore
di Fitalia,
Petralia
Sottana,
Sciacca, Campofranco,
Cesarò, Torretta. Il santo è molto venerato e spesso le statue
che lo rappresentano hanno il volto nero. Per questo carattere e per la
sua associazione
alla 'grotta'(visse parte della sua vita di eremita in una grotta del monte
Kronio a Sciacca) si può ravvisare in questo Santo un sincretismo
con una antica divinità pagana tellurica. Pitrè (Feste padronali
di Sicilia) riferisce del sudore del Santo in processione ad Agrigento: "Ed
il Santo, che opera i suoi prodigi solo quando si ferma, si rimette in
via, e sessanta nuovi
devoti, per la sessantesima volta rinnovati, lo sollevano grondanti di
sudore e corrono e corrono come energumeni. A certo punto una voce avverte
che il Santo suda: e quasi per forza magica la bara si arresta; e parecchi
giovani si arrampicano come scoiattoli per asciugare con pezzuole il sudore
del nero viso, della bianca barba, del collo e delle braccia della statua.
Una frotta di devoti irrompe verso la bara; cento, mille mani tempestano
per afferrare le due, tre pezzuole, mille labbra si contraggono per baciarle,
mille altre pezzuole vi si accostano per toccarle ed esserne alla lor volta
benedette, per serbarle come reliquie in famiglia (pag.373 ss.ed.Edikronos).
In Sicilia c'è un detto che si ricollega a questo Santo. Quando
si ha un amico o un conoscente in alto loco e si comprende che è quasi
impossibile che faccia il favore richiesto, allora si dice che qual tale
amico o conoscente
"UNN’È SANTU CHI SURA". Ho aggiunto due canzoni siciliane non tradizionali,
ma di spirito popolare. Sono due canzoni, "Matruzza mia" e "Vi vogghiu
beni", in cui un figlio ricorda con dolore la madre che non c'è più.