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Alberto Favara Mistretta nacque a Salemi(TP) il
1. giugno 1863. Fu allievo prima del maestro Fodale al Conservatorio
di musica di
Palermo e in seguito del maestro A. Scontrino a Milano. Ma si applicò tenacemente
agli studi anche da autodidatta. Egli approfondì le sue conoscenze in tutte
le direzioni. E fu attratto soprattutto dalla storia della musica, non come
narrazioni di vicende musicali, ma come giudizio critico di studi e opere.
Da questa base partì più tardi il suo interessamento alla musica popolare.
Nel campo tecnico lo interessò l'acustica per quella connessione che essa
ha con la musica, col fenomeno sonoro e con la costruzione e il rendimento
degli strumenti musicali. La ritmica e la metrica lo aiutarono a indagare
l'intimo congegno dell'ordinanemto dei suoni e la loro struttura formale,
dalle più semplice alle più complesse creazioni.
Divenuto insegnante di composizione nel 1897 al Conservatorio di musica
di Palermo non si accontentò di condurre l'insegnamento secondo le monotone
consuetudini del tempo. Convinto che l'indagine protostorica fosse il metodo
più promettente per additare ai giovani le analogie più riposte,
soprattutto la storia della musica ebbe dal Favara vita e impulso.
Rimasto per due anni capo dell'Istituto, lo fornì degli strumenti
indispensabili di lavoro. E questi non furono soltanto strumenti musicali
nuovi, perfezionati,
commissionati alle migliori fabbriche d'Europa, ma furono anche libri,
libri di cultura musicale. Come tutti gli innovatori ebbe delle critiche
da parte
degli addetti ai lavori del Conservatorio di musica di Palermo. Costoro
rimanevano attaccati alle loro consuetudini e il nuovo corso non fu
facile da digerire.
Le date più importanti dal punto di vista artistico son presto
dette:
1884, esecuzione della sua opera Marcellina, premiata al concorso Sonzogno,
al Dal Verme di Milano.
1904, esecuzione alla R. Accademia S. Cecilia dell'Ode alla Regina
d'Italia per solisti, coro e orchestra.
1918, esecuzione di un'altra sua opera, Urania, alla Scala di Milano.
1907 e 1921, pubblicazione del primo e del secondo volume dei Canti
della terra e del mare di Sicilia.
Nel 1898 edita una sua ampia rassegna su Il canto popolare nell'arte,
dove già, sia pure timidamente, comincia ad interessarsi di un problema che lo
porterà, pellegrino amoroso, di paese in paese, per raccogliere
le melodie popolari della sua terra.
Altra data importante della sua biografia fu il 1903: anno in cui lesse
una interessantissima comunicazione al III Congresso Italiano di Scienze
storiche dove egli richiamava l'attenzione degli storici su quella
musica popolare che i folkloristi dichiaravano di apprezzare...ma che
in realtà,
rimaneva una terra di missione, un'isola lontana da esplorare...
Né, infine, si devono dimenticare i suoi due saggi pubblicati
nel 1923, poco prima della sua morte avvenuta a Palermo nello stesso
anno, dove tracciava
rapidamente la storia musicale del canto popolare siciliano, mentre
nel contempo, quasi a tracciare un suo testamento ideale, non mancava
di
assegnare
alla musica popolare la missione di guida alla stessa musica dotta.
Postumi, a cura di Ottavio Tiby, sono stati pubblicati i due volumi
del Corpus di musiche popolari siciliane, che contengono 1090 canti
o melodie
del tipo più disparato raccolti dalla viva voce o dagli strumenti
dei popolani che si dilettavano e facevano dilettare i loro compaesani.