Mozart quattordicenne a Napoli apparve come
un mago dai poteri magici.
(continua
da) La sua arte fu quindi anche una metodica.“Ti
raccomando quando lavori di non pensare solo al pubblico che s’intende
di musica, ma anche a quello che non se ne intende: lo sai, per ogni
dieci intenditori ce ne sono cento che non capiscono nulla. Ricordati
quindi dell’elemento cosiddetto popolare, che solletica anche le
orecchie
più dure”. Così scriveva l’incombente Leopold Mozart
al figlio Wolfgang Amadeus nel 1780 a proposito di quel suo Idomeneo, re di Creta.
Mozart fu grande anche perchè non dimenticò il popolo e la storia
gli ha dato ragione. Per finire mi piace raccontare quanto capitò a Mozart
recandosi nel 1770 a Napoli, allora capitale della musica.Ferdinando IV di Borbone,
all'epoca diciottenne, non lo ricevette a corte se non in una visita di cortesia
presso la Reggia di Portici. Per Mozart non arrivò nessuna scrittura nei
Teatri napoletani, nessun concerto alla corte della Capitale della Musica. Amedeus
portava un anello: per certa mentalità che tuttoaffida alla scaramanzia,
girava voce a Napoli, voce diffusa forse dai musicisti concorrenti, che il "mago"(ndr)
di Salisburgo dovesse il suo genio a quell'anello.Allora Mozart, venutelo a sapere,
si tolse l'anello. Questo è uno dei tanti racconti straordinari sulla
sua vita, la cui brevità ne ha accentuato il carattere mitico-popolare.
Come ogni eroe che muore giovane la sua figura è stata avvolta nella leggenda,
e anche i debiti che lasciò sono stati oggetto di mitizzazione.
In questa pagina alcuni brani di opere di Mozart: "Così fan tutte" , "La clemenza
di Tito", Idomeneo re di Creta", "Zaide" e "Apollo e Giacinto".
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