Olimpiadi antiche e olimpiadi moderne.

Quelle antiche erano essenzialmente delle feste religiose, ma decaddero a spettacolo di massa. Quelle moderne furono costituite per far incontrare i popoli di tutto il mondo, ma anche loro, grazie ai mezzi della moderna tecnologia, sono diventate un mostro mediatico. Inoltre le olimpiadi moderne sono afflitte dai sentimentalismi nazionalistici e dalla ricerca spasmodica della vittoria anche con il ricorso al doping e quindi anche a spese della salute.

Atleti nella corsa dello stadio

Corsa ippica coi carri

Le olimpiadi moderne

Olimpiadi di Berlino del 1936

Le nostre olimpiadi sono state ideate dal barone francese Pierre De Coubertin come occasione d'incontro di tutti i popoli e di tutte le nazioni. Alla loro base c'è l’olimpismo che è, principalmente, uno ‘stato d’animo’, fatto di valori internazionalisti e democratici. Il barone Indicava quindi nel rispetto delle differenze culturali, delle diverse identità, la base della reciproca comprensione tra popoli e nazioni. Occasione di questo incontro tra i popoli era la gara, lo sport, che il barone riteneva avesse una grande forza didattica e formativa. Lo sport, beneinteso, dilettantistico, fine a se stesso, puro, o meglio preparatorio alla vita e al lavoro. Le gare, il risultato tecnico era secondario per il barone che proclamava: "importante non è vincere, ma partecipare". Il successo delle olimpiadi moderne si è verificato, ma la formula di De Coubertin ha avuto attuazione forse sino alle olimpiadi di Roma. Dopo quell'olimpiade altri criteri organizzativi hanno informato i giochi olimpici. Roma si propose come città di tutte o quasi le epoche storiche e ancora memorabile è il filmato della corsa di maratona con i piedi nudi di Abebe Bikila che dominano il selciato dei fori imperiali, teatro nell'antichità di ben altri trionfi, ma ancora la televisione non era molto diffusa. Da Tokio inizia il grande balzo mediatico che le olimpiadi moderne hanno compiuto grazie alla televisione e al diffondersi di questo apparecchio presso le popolazioni di gran parte del mondo. Lo spettacolo televisivo dei giochi olimpici è talmente seguito che le tv di tutto il mondo ne hanno fatto un business. Pochi mesi prima dei giochi di Tokio i pubblicitari puntarono sullo svolgimento dei giochi come occasione per convincere le famiglie a comprare il televisore. Questo ritornello si è ripetuto in Italia fino a quando la concorrenza spietata delle marche asiatiche non fece abbattere i prezzi del televisore.
I diritti tv a favore degli enti organizzatori vengono pagati cifre molto alte e gli enti organizzatori non riescono a fare a meno di rendere sempre più complessi i giochi. Ultimamente il CIO, Comitato Internazionale Olimpico, si è accorto che le olimpiadi sono diventate elefantiache ed ha fatto alcune modifiche, togliendo alcune specialità ed immettendone di nuove. Il fruitore televisivo o meno dei giochi olimpici si augura che lo svolgimento delle specialità sportive olimpiche siano meno soggette all'errore umano, all'errore arbitrale che porta spesso uno strascico penoso di polemiche. Non a caso gli sport più seguiti e rappresentati sono l'atletica e il nuoto, sport affidati ai tempi e alle misure e pochissimo esposti all'errore umano. Ciò che doveva essere una parte secondaria delle olimpiadi moderne, cioè la classifica delle nazioni per le medaglie conquistate è diventata una parte essenziale dei giochi moderni: lo spirito di bandiera, l'antico campanilismo non demorde e le cerimonie di premiazioni con l'alzabandiera e gli inni nazionali lo dimostrano. Per mettersi in evidenza, da diversi giochi a questa parte, le organizzazioni sportive di molti paesi hanno incentivato i propri atleti con premi per conseguire la conquista del podio. In sè questo non è un male perchè un atleta che si è allenato per diversi anni e tutti i giorni e che conquista un posto di eccellenza in una disciplina sportiva olimpica è giusto che riceva un riconoscimento. Purtroppo in altri sport più popolari, per esempio nel calcio, è riconosciuta la professionalità, il professionismo; ma calciatori mediocri o appena sopra la mediocrità percepiscono tali emolumenti che a loro confronto il premio per gli atleti che guadagnano un podio olimpico è davvero un topolino.
Però, c'è un tarlo che minaccia le olimpiadi e lo sport: il doping. Un atleta delle antiche olimpiadi di Grecia che assumeva qualche sostanza per migliorare le prestazioni non dava alcun scandalo, anche se risaputo. C'era allora un tale collegamento tra magia e religione e tra magia e medicina che l'assunzione di una qualunque sostanza poteva passare per un suggerimento avuto in sogno da una divinità. Ecate, in Esiodo (Teogonia 435ss.), è la dea che concede la vittoria agli atleti, ma è anche dea della magia e degli incantesimi. Si racconta che gli atleti prendessero prima delle gare dell'aglio crudo: e l'aglio era una pianta che ruotava nella sfera della dea Ecate.
Quindi gli atleti potevano prendere qualunque sostanza per migliorare le prestazioni. I confini tra magia e religione non erano ben marcati, nè tanto meno lo erano i confini tra magia e medicina. Ciò non era ritenuto sleale. Comportamento sleale era invece, per un pugilatore, combattere con guantoni più pesanti, magari rinforzati da piombo o oltro materiale pesante. In questo caso era certo un suo vantaggio. Maurizio Zerbini, nel suo libro 'Alle fonti del doping' - L'Erma editore, scrive che che per i greci non era importante partecipare, ma piuttosto vincere. Per far si' che un atleta si rafforzasse gli allenatori di allora lo sottoponevano a una dieta forzata, esagerata, che faceva assomigliare i campioni dell'epoca più a ingordi mangioni che ad atleti(anche Eracle in alcuni miti è un mangione). L'arma segreta era la carne, di tutti i tipi, ma soprattutto quella di maiale. Ma medici piu' attenti, come Ippocrate e Galeno, racconta Maurizio Zerbini, osservarono che questi atleti supersviluppati morivano anzitempo.
Oggi il doping fa scandalo perchè la religione si è nettamente staccata dalla magia e perchè la medicina è sorretta da scienze esatte come la fisica e la chimica. Chi si dopa se ne impipa della scienza e nei confronti di tutto il sistema moderno umano tiene un atteggiamento fuorviante: è sleale e sfida l'ambiente umano che finora l'ha sorretto. Da scandalo se è già un campione sportivo: il suo comportamento potrebbe essere seguito da altri. Mette a repentaglio la sua salute. Perchè lo fa? per il gusto di che cosa? Per la vittoria, per qualche soldo? Sarebbe assurdo se lo facesse per trovare un posto di lavoro perchè sarebbe anche controproducente: poi ci si mette a lavorare senza essere sicuri di arrivare alla pensione. Egli sfregia la vita, ma è uno struzzo che dopo la corsa furibonda mette la testa sotto la sabbia in attesa degli eventi. Gli studi di medicina non sono ritenuti da costoro e da coloro che stanno dietro di loro probanti. Chi si dopa ha come riferimento uno stregone, una fattucchiera che più che studi avanzati(un laboratorio sperimentale per il doping non credo che esista)immagina di aver fatto dei test comprovanti che l'uso di una certa sostanza dopante possa passare inosservata agli esami antidoping. Costoro rischiano fidando nella cattiva organizzazione, fidando di non essere scorti se cambiano la provetta con quella di un altro atleta. Certo le attrezzature costano, ma l'umanità sportiva, lo sport deve tenere alla sua dignità. A costo di snellire gli apparati, di diminuire le specialità, è meglio che vengano effettuati più controlli anti-doping possibili. Non è vero che gli spettatori vogliono record, gli spettatori vogliono gare combattute e avvincenti. Se poi arrivano i record tanto meglio. Purtroppo ormai tanta acqua sporca è passata sotto i ponti e nel settore dell'atletica femminile(ricordo l'atletica solo perchè è lo sport regina delle olimpiadi) sono stati raggiunti dei record talmente mascolini che molto probabilmente, se questa benefica tensione anti-doping si fosse avuta qualche anno prima, dubito che avrebbero potuto essere stabiliti.



Olimpiadi antiche

Olimpiadi moderne



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