Giulio Caccini, detto Romano (Roma,8 ottobre 1551-Firenze,10 dicembre 1618

Di famiglia toscana, originaria di Montopoli in Val d'Arno, Caccini nacque a Roma. Negli anni 1564-65 fu fanciullo cantore della Cappella Giulia, dove fu allievo del fiorentino Giovanni Animuccia, a quel tempo maestro della cappella.
Fu condotto a Firenze dall'ambasciatore fiorentino a Roma Averardo Serristori, perché cantasse durante i festeggiamenti per le nozze del principe Francesco de' Medici e Giovanna d'Austria nel dicembre 1565. In quest'occasione cantò nel quinto intermedio della commedia La cofanaria di Francesco d'Ambra. Dall'aprile 1566 Caccini abitò in casa di Simone Ponte, musicista della corte fiorentina, e studiò canto con il rinomato virtuoso Scipione delle Palle.
Caccini si stabilì a Firenze, mantenendo da allora un costante rapporto con la corte medicea. In un documento del 1568 è menzionato come «musico di Sua Altezza Serenissima», ma il suo nome figura nei ruoli della corte medicea soltanto a partire dal 1579. In quell'anno cantò anche nelle musiche eseguite a corte per le nozze di Francesco I de' Medici con Bianca Cappello).
Prese parte alle attività della Camerata de' Bardi, l'Accademia promossa dal conte Giovanni de' Bardi, in seno alla quale, dagli anni Settanta del XVI secolo, si andava teorizzando e sperimentando un nuovo stile di canto, che Caccini utilizzò nella sua produzione di madrigali e arie a voce sola e basso continuo, più tardi pubblicate nella raccolta Le nuove musiche (Firenze, 1602). Per approfondire vai su Wikipedia.


Amarilli, mia bella

Testo canzone in italiano e in inglese:
Amarilli mia bella,
non credi o del mio cor
dolce desio,
d'esser tu l'amor mio?
Credilo pur:
e se timor t'assale,
prendi questo mio strale
Aprimi il petto
e vedrai scritto in core:
Amarilli, Amarilli, Amarilli
è il mio amore.

Amarilli, my beautiful
Do you not believe, my heart's desire
that it is you I love?
Believe it, and should a shadow of doubt appear--doubt not,
Take this arrow and open my heart, and written inside you will see
Amarilli is my love.

Amarilli, mia bella

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Ave Maria


La composizione è attribuita a Caccini, ma in effetti è stata composta o ricomposta dal russo Vladimir Vavilov(1925-1973) nel 1970 circa. Questo autore russo si divertiva a comporre dei brani musicali attribuendoli ad autori famosi, calandosi nello spirito del tempo e nello stile di questi autori. Numerosi esperti musicali sono caduti nel tranello(vedi Wikipedia)

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Ave Maria


Tu ch'hai le penne Amore

I versi di "Tu ch'hai le penne Amore" sono di Ottavio Rinuccini (1562-1621). Di seguito il testo:
Tu ch'hai le penne Amore
E sai spiegarle a volo,
Deh muovi ratto un volo
Fin là dov'è 'l mio core.
E se non sai la via,
Co' miei sospir t'invia.
E se non sai la via,
Co' miei sospir t'invia.
Co' miei sospir t'invia.
Va pur ch'il troverrai
Tra 'l velo e 'l bianco seno,
O tra 'l dolce sereno
De' luminosi rai,
O tra bei nodi d'oro
Del mio dolce tesoro.
O tra bei nodi d'oro
Del mio dolce tesoro.
Del mio dolce tesoro.

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Tu ch'ai le penne, amore


Alme luci beate

Il testo:
Alme luci beate
Che dolcemente ardeste
E dolce distruggeste
L'incenerito core,
Chi di bei lampi or farà lieto Amore?
Io vi lasso mie scorte,
Io mi parto bei numi,
Io vò lungi miei numi,
E non ho spem' ohimè che mi conforte.

Alme luci beate,
Se per si lunga etate
Amando e rimirando
Voi foste il mio gioire,
Or per si lunga etate
Amando e rimembrando
Sarete il mio martire.

Alme luci beate



Amor ch’attendi

Versi di Ottavio Rinuccini (1562-1621)

Amor ch'attendi,
Amor che fai?
Su, che non prendi
Gli strali omai;
Amor vendetta,
Amor saetta
Quel cor ch'altero
Sdegna 'l tuo impero.
O' pompa, ò gloria,
O' spoglie altere,
Nobil vittoria
S'Amor la fere;
Amor ardisci,
Amor ferisci,
Amor et odi
Qual havrà i lodi?
Amor possente
Amor cortese
Dirà la gente
Pur arse e prese
Quella crudele,
Che, di querele
Vaga, e di pianti,
Schernia gli amanti.
Quel cor superbo
Langue e sospira,
Quel viso acerbo
Pietate spira.
Fatti duoi fiumi
Quei crudi lumi,
Pur versan fore
Pianto d'amore.
Se cruda e ria
Negò mercede,
Humile e pia
Mercede hor chiede.
O' face, ò strale,
Alta immortale,
Che fia che scampi
Si 'l giaccio avvampi.
Dall'alto cielo
Fulmina Giove,
L'Arcier di Delo
Saette piove,
Ma lo stral d'oro
S'orni d'alloro
Che di possanza
Ogni altro avanza.

Amor ch'attendi


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