Giuseppe
Verdi (1813-1901)
La traviata: in una società in completa trasformazione dopo la "Rivoluzione
francese", in cui una "cortigiana", mantenuta da dei "nobili", tiene
una vita sfarzosa e coltiva solo amori fugaci, nasce un amore, un vero
amore.L'opera "La traviata"(debutto nel 1853)è tratta dal
romanzo di Alexandre Dumas "La signora delle camelie" del 1848. L'amore
vero, di cui si avverte, sia nel romamzo sia nell'opera lirica, la rarità, in quel tipo di società,
dedita ai festini, ai ricevimenti sfarzosi, non trova terreno fertile.
Purtroppo colui che si innamora di Margherita Gautier(nel romanzo) e
di Violetta Valéry(nell'opera lirica) non è ricco. La protagonista
avverte la nascita di questo amore per il giovane amante, ma non riesce
a distogliere la testa dai festini, dalla vita frivola. Il clichè, il
tratto-luogo comune in questo personaggio femminile è l'accostamento
tra peccato e vita disordinata da un lato e malattia dall'altro. Giuseppe
Verdi ha fortemente vivacizzato l'amore tra Alfredo e Violetta. Il finale
è comunque molto mesto. Nell'aria di Violetta "Addio, del passato bei
sogni ridenti", si richiede a Dio di accogliere la sua anima: è un canto
in cui, più che il sentimento dell'avvicinamento a Dio, si sente la perdita
dei beni terreni, cui sono destinati tutti i mortali.
L'opera Rigoletto(debutto nel 1851), su libretto di
Francesco Maria Piave, è tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse
("Il
re si diverte"). Molto interessante da un punto di vista storico-antropologico
la figura del deforme Rigoletto, attorno al quale gira tutta l'azione
dell'opera. E' proprio Rigoletto l'artefice del suo destino, risolutore,
in questo caso negativamente, come gli antichissimi personaggi mitici
del "Mediterraneo" antico. I buffoni domestici di natura deforme esistevano
già presso
i Persiani e nell'antico Egitto. Ma la loro straordinarietà non stava
esattamente e soltanto nella loro persona, nel loro essere deformi, nani,
gobbi, zoppi ecc. Queste persone guadagnavano fama e carisma quando riuscivano
a sposarsi e a mettere al mondo dei figli esenti dai loro difetti, dei
figli sani. Allora erano contesi dalle famiglie più in viste, dai re
e venivano accolti insieme alla loro famiglia e si affidava loro un compito.
Essi rappresentavano il "capovolgimento" di una sorte, di un destino
crudele, rappresentavano una prova che fosse possibile sfuggire alla
maledizione di un dio vendicativo e/o all'influsso del maligno. |