La novellatrice Agatuzza Messia.

Processione al Borgo Vecchio di Palermo in occasione dei festeggiamenti per Sant'Anna.

Agatuzza Messia, palermitana del "Borgo vecchio", novellatrice-modello di Giuseppe Pitrè. Benchè analfabeta, è più che giusto riconoscerle le grandi doti di narratrice e di interprete di racconti popolari. Nei personaggi dei suoi racconti la microstoria di Palermo dai primi del 700 fino ai primi dell'800. A sinistra foto della processione che ogni anno a fine luglio si svolge al Borgo Vecchio in onore di Sant'Anna.


Nei racconti popopolari il pappagallo e' un cantastorie.

Il pappagallo assassino per amore

C'è nella storia del pappagallo assassino un modo di sentire la società, di delineare le forze che interagiscono nel sociale, abbastanza notevole. Ma non è cosa che importa alla Messia. Lo schema socio-politico del racconto potrebbe essere stato ideato in una versione precedente.Eppure in altri racconti della Messia la figura del commerciante prende il posto di quella del re. Nei racconti "Caterina la sapiente" e "Grattula bettadula" il punto di riferimento, l'aiutante dell'eroina è il padre, mentre nei cunti corrispondenti del Pentamerone del Basile(La sapia e Cenzolla) il punto di riferimento, l'aiutante è la madre.Nei racconti siciliani in questi due racconti il padre è un commerciante. Con ciò si può ipotizzare che i popolani di Palermo per qualche tempo avessero ben fermo il ricordo dell'insurrezione del 1647, portata avanti da Giuseppe D'Alesi e dalla corporazione degli artigiani. Come ricordano gli storici il D'Alesi fece sottoscrivere lo statuto di 49 articoli, - che dava grandi poteri alle corporazioni degli artigiani e quindi anche dei negozianti- a tutte le parti sociali.. il vicerè e i nobili(proprietà e industria terriera), il clero, gli artigiani e i commercianti e infine i professionisti, i procuratori, i notai ecc...Di conseguenza è possibile che taluni racconti popolari siano stati modificati per fare posto ai nuovi campioni popolari, cioè i negozianti, la corporazione dei più ricchi. In un racconto della Messia si dice espressamente che anche un negoziante ha la sua corte, come quella di un re. Ma col passare del tempo nel tramandamento dei racconti si è andato perdendo il collegamento a quell'insurrezione che provenne dalla corporazione degli artigiani. E il notaio, cugino del demonio, diventa campione d'amore e il commerciante è sgominato. Molto probabilmente Agatuzza Messia e coloro che le hanno tramandato questo racconto hanno trovato giusto il mettere da parte un commerciante che usava rinchiudere la moglie nel caso di sua assenza, un uso arabo, non cristiano. Così lo sfondo sociale del racconto, con un pappagallo-notaio, probabilmente per il popolino una sorta di mano pesante e punitiva del mondo della finanza, dei poteri forti, che strozza il commerciante, rimane solo uno sfondo su cui i personaggi vivono una storia fantasmagorica, in cui vince la forza del discorso avvincente e soprattutto colui che agisce con una determinazione estrema. Una determinazione che è paragonabile a quella di un rivoluzionario come Giuseppe D'Alesi.

Il binomio pappagallo-notaio

Perchè il binomio pappagallo-notaio? E' di derivazione popolare? Pare che non sia molto frequente nelle culture di campagna. Questo binomio a mio avviso si è formato nelle città o meglio negli antichi comuni italiani. E' noto che il notaio legge, ripete le decisioni testamentarie del morto. Le ripete come un pappagallo, senza alcuna interpretazione. Il notaio è l'intermediario tra il morto e i suoi parenti sopravvissuti. Questo carattere di intermeditarietà lo rende potente, ma anche fortemente negativo. E' risaputo che il morente chiama il notaio per dettargli le ultime sue disposizioni. In questa parte il notaio è vicino al curato che porta il viatico. Il curato è vestito di nero ed anche il notaio ha una lunga tradizione di abiti e soprabiti in nero. Ma per il notaio non è stato sempre così. Negli antichi comuni italiani del medioevo e forse fino al 600-700 il notaio aveva pure un abito rosso ed una sorta di feluca anch'essa rossa. Inoltre il notaio per tanto tempo è stato il depositario delle giocate del lotto. E il lotto e i numeri del lotto sono collegati ai morti che appaiono in sogno. Quindi, molto probabilmente, il colore rosso dell'abito e della sua feluca, l'aver sempre considerato la parola del notaio, per il suo ruolo istituzionale, attendibilissima, il suo ruolo rispetto ai morti, depositario delle loro ultime volontà, inoltre l'accostamento degli uccelli in genere, nella cultura popolare, alle anime dei morti, hanno concorso a creare il binomio pappagallo-notaio.

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