I cani del dio Adrano, la fiaba di Patri-drau che abita nel sottosuolo, il mito di Tifone, il giudizio divino secondo i Siculi, il 13.mo mese.

Del dio Adrano dei Siculi non esiste alcuna narrazione illustre, nessun racconto proveniente dagli storici che l'hanno ricordato. Ma se non è stato raccontato alcun mito, alcun racconto, non vuol dire che non ci sia mai stato. Pertanto ho cercato di scovarlo in qualche racconto popolare siciliano. Racconti popolari e fiabe risalgono a tempi lontanissimi. J.V. Propp fa risalire alcune fiabe alle culture dei popoli cacciatori-raccoglitori che praticavano le iniziazioni tribali e altri tipi di iniziazione, come quelli di passaggio, per sciamani, del sogno, alle società segrete ecc.ecc.

Necropoli di Pantalica in provincia di Ragusa


Tridicinu e il tredicesimo mese


Gli odierni fuochi di artificio a Capodanno, probabilmente, sono cio' che rimane, o meglio la nuova forma che hanno preso gli antichissimi rituali in uso nel periodo marginale di un calendario.

In Patri-drau de ‘ La troffa di la razza’(LII da Fiabe novelle racconti popolari siciliani di G.Pitrè), ho notato qualche somiglianza col dio Adrano. Un Patri-drau c'è pure nella famosa fiaba siciliana 'Tridicinu', ma in quest'ultima fiaba, fortemente modificata e negativizzata, che comunque mantiene la struttura iniziatica, Patri-drau è un ridicolo demone, cannibale con moglie cannibale, matri-drau, e Tridicinu è la dimostrazione raccontata che il 13.mo figlio non porta sfortuna e disgrazie, come è paventato nella fiaba 'I dodici fratelli' dei F.lli Grimm. Nella realtà etnoculturale il 13.mo non si riferisce al 13.mo figlio, ma all'anno con 13 mesi e più speficatamente a questo mese, secondo il ciclo metonico che tenta di riportare il calendario sia al corso del sole sia a quello lunare. Oggi, come tanto tempo fà si credeva che il 13.mo portasse sfortuna. In effetti è molto probabile che in talune culture antiche in questo 13.mo mese(quasi sempre più corto degli altri mesi, quindi nano, più piccolo come l'eroe Tridicinu), o meglio nel tempo che fu sostituito da questo sistema quasi esatto, venissero allestiti riti molto crudi, come sacrifici umani, roghi di animali neri, riti orgiastici, perchè questo periodo era il tempo dei morti, il tempo morto, il tempo del 'caos' in cui avveniva il rinnovamento della terra, alla fine del quale ci sarebbe stato un nuovo equilibrio tra cielo e terra. Per il ricordo di quei riti crudi ancora oggi il 13.mo porta iella.
Per analogia l'anno bisestile e il mese di febbraio di 29 giorni non sono considerati fausti. Fra l'altro nell'antica Roma il mese Febbraio, che chiudeva l'anno, era dedicato al dio Februus, identificato con Lupercus, Faunus e tardivamente con Dis Pater, il dio del regno dei morti


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