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Nunzio Cocivera è autore teatrale e da qualche tempo
viene rappresentato dalle compagnie teatrali siciliane e non. Ma delle
sue opere teatrali forse mi occuperò più in là. In
questa pagina la mia attenzione cade sui suoi racconti, almeno quelli pubblicati
sul suo sito. La sua prosa è sciolta, pochi i segni d'interpunzione.
I suoi racconti anche se brevi, e a volte brevissimi, sono sempre attenti
alla descrizione dei luoghi o alle circostanze in cui avvengono i fatti
narrati. E ciò gli riesce abbastanza bene. Molti suoi racconti hanno
temi di costume, si interessano ai cambiamenti della mentalità.
Esemplare a questo proposito il racconto di quella ragazza stuprata dal
dottore che denuncia la violenza subita a dispetto del consiglio della
madre. La madre della ragazza stuprata consiglia vivamente di nascondere
il fatto, di lasciar perdere per non essere investite dalle chiacchere
della gente, ma la figlia decide per la denuncia e come conseguenza c'è il
distacco delle due donne che poi si riappacificano alla vigilia di Natale(questo è pure
il titolo del racconto)quando la madre apprende che starebbe per diventare
nonna. In questo stesso racconto il tema delle nozze concordate, considerate
come uno stupro autorizzato, da rifiutare ad ogni costo. Cosa che fece
la signora
Vanna, vedova a 29 anni con tre figli a carico. Il suocero aveva proposto
a Vanna di sposare il cugino di 50 anni, ma Vanna, piuttosto che dire si,
era scappata dalla casa dei suoceri ed era riuscita a portare avanti i
suoi tre figli emigrando in Argentina. Un giovane di nome Nunzio, originario
di Librizzi, rinuncia a concordare un matrimonio miliardario, nel racconto "Il
the alla menta", con una complicatissima donna di 40 anni, a cui
nessuno aveva detto che era brava. Però, alla fine il giovane scopre
di avere sognato tutto. Anche in questo racconto uno stupro. La donna di
40 anni che la madre ottantenne miliardaria vuole concedere in sposa è frutto
di uno stupro. Oltre ai racconti di costume, numerosi sono i racconti fantastici,
corredati da una buona dose di "monstrum", cioè di temi
che destano meraviglia, una meraviglia che a volte travalica nel gusto
del morboso, della diversità. Un
artigiano scultore del legno uccide la sua bella donna che lo avviliva
e il corpo inerme della morta viene prese a modello per farne una bellissima
statua. Il corpo della morta è distrutto, mentre la sua statua rimane
in bella mostra nel laboratorio dello scultore. Un racconto che si eleva
su tutti gli altri è "Matilde, la pazza". Questo racconto
ha il taglio del racconto popolare e contempla costumi e usi popolari del
tempo in cui è ambientato, cioè gli anni del primo dopoguerra.
Tommaso, il protagonista, a 30 anni, decide che sposerà Matilde.
Costei era una ragazza albina che abitava presso gli zii cui l'aveva affidato
il padre prima di morire."Era molto fine, aveva la pelle bianca che
restava tale anche sotto il sole cocente d’agosto...Era balbuziente,
albina, ma io ormai l’amavo, n’ero sicuro." Questo pensava
Tommaso a quel tempo e lo comunicava ai suoi genitori.Costoro cercavano
di dissuaderlo in quanto la Matilde più che balbuziente non riusciva
a parlare, non partecipava alle feste paesane, lavorava come un uomo, non
aveva ne amici, nè amiche, non curava il suo essere donna. Ma Tommaso
ne era innamorato e non faceva caso a questi difetti.Andò dagli
zii della ragazza a chiederne la mano. Ma quelli rifiutarono la sua proposta
e lo mandarano via bruscamente.Tommaso ritornò dagli zii di Matilde
col padre che li conosceva da quando erano bambini.Il padre di Tommaso
voleva conoscere il perchè del rifiuto della proposta di Tommaso.
Gli zii di Matilde gli risposero che Matilde non poteva essere sposata
perchè era malata di mente, pazza. Ma Tommaso aveva la testa dura
e voleva toccare con mano. E difatti riuscì a toccare il seno di
Matilde, dopo che gli aveva gridato che voleva la risposta alla sua proposta
di sposarla, mentre quella spaccava legna e non sudava affatto. E quel
seno gli sembrò freddo e duro come quello di una statua. Seguì una
colluttazione, che durò pochi attimi, e Tommaso si ritrovò sbattuto
a terra con la testa fra le gambe della ragazza. D’istinto Tommaso
alzò gli occhi e quello che vide lo inorridì. Guardò nuovamente,
per accertarsi di non essersi sbagliato, e scappò a gambe levate.
Tommaso confidò la sua esperienza ad un amico laureando in medicina.
Conclusero che Matilde non era un essere umano poichè non aveva
sesso, forse era una macchina costruita chissà da chi. Oppure era
opera demoniaca. Tentarono un esperimento. Dovevano incontrarla al fiume
dove era solita lavare i panni e l'amico laureando in medicina, mentre
Tommaso l'intratteneva, doveva ferirla leggermente alle gambe per osservare
se scorreva sangue nel suo corpo. Ma la prova non ha successo, in un certo
senso, perchè la Matilde non si fa avvicinare e minaccia di scagliare
contro Tommaso un masso enorme che solo 50 uomini potevano sorreggere.
Poi Matilde quel masso non lo scaglia contro Tommaso, ma sul fiume, dove
si forma una piccola conca che ancora oggi può essere osservata.
Questa notazione di tipo geografico getta, però, una nuova luce
su l'albina Matilde: ha una forza sovrumana, è asessuata, ha una
comunicabilità ai limiti del'umano, e al contempo un istinto a reagire,
a non piegarsi tipico di un selvaggio. Forse questo racconto è la
rivisitazione di Nunzio Cocivera di un racconto molto più antico
che circolava nel messinese o chissà dove? E' originale del tutto
oppure l'ha tratto da un canovaccio, da un relitto culturale delle nostre
o da altre tradizioni, ultimo bagliore della credenza in una dea bianca,
di una dea delle selve e delle battaglie? E poi il nome Matilde è pure
appropriato, perche in germanico significa "forza nella battaglia".
Diodoro Siculo, nella "Biblioteca storica" V 17, riferisce di
una divinità femminile chiamata "bianca" diffusa in area
indomediterranea. E' risaputo che tutte le credenze antiche precedenti
il cristianesimo o altre religioni predominanti sono state demonizzate
o rese innocue emarginandole nel mondo della pazzia, nel mondo altro. A
Tindari, appunto nel messinese, un culto a una divinità femminile
dal volto nero è stato assorbito dal culto alla Madonna di Tindari,
che ha un volto nero. Il colore nero o scuro, tipico della terra e delle
sue profondità e anche della notte, della Madonna di Tindari può prefigurare
che in qualche tempo in Sicilia o in culture vicine alla Sicilia ci fosse
la credenza in una divinità dalle forti connessioni con la luna:
una divinità dalle molteplici sfaccettature, luna bianca, luna nera,
crescente e decrescente, connessa alla fertilità della terra e alle
acque che su di essa scorrono. Comunque a mio modo di vedere la "dea
bianca" è molto più antica ed è connessa al fenomeno
della nascita creduta straordinaria di umani e animali dai caratteri albini.
Ritornando ai racconti di Nunzio Cocivera da segnalare un racconto di tipo
fantascientifico dalla trama contorta. Narra la storia
di un animale buono e vegetariano per natura, ma famelico carnivoro
dopo un periodo di internamento presso i laboratori degli scienziati. Una
favola triste che non regge il suo preteso carattere fantascientico e rivela
un fondamentalismo ambientalistico spuntato. Un'ultima notazione sui racconti
di Nunzio Cocivera è doverosa. C'è un filo che collega le
vicende amorose dei suoi racconti con il mondo del lavoro. Le prime sono
passeggere, sfuggenti, di convenienza, il lavoro quando si trova è precario,
di lieve durata, a rischio, quando non c'è si chiama pane di casa.
Le note dei temi dell'amore e del lavoro nei racconti realistici di Nunzio
Cocivera rispecchiano la nostra realtà.
La biografia di Nunzio Cocivera
Nasce a Librizzi (Me) il 30/06/1955. Vive a Tonnarella di
Furnari (Me).
Autore di teatro molto rappresentato in Sicilia, cabarettista attore. Scrive
teatro anche per la scuola e fa scuola di scrittura teatrale nelle scuole
elementari e medie.
Ha ricevuto innumerevoli premi, tra i quali il premio Luigi Capuana 1999
con la commedia "Il panettiere paninaro". Hanno parlato di lui
o dei suoi testi , mensili e settimanali, quotidiani come: la Sicilia,
il Giornale di Sicilia, la Gazzetta del Sud, la Repubblica, il Piccolo,
il Messaggero Veneto.
Ha parlato di lui e del suo sito la redazione di Nea Polis Rai Tre
Scrive racconti, romanzi, e di recente si diletta pure di pittura, quadri ad olio.
È presente con le sue opere in moltissimi siti web.