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L'efebo di Agrigento

L'Efebo di Agrigento è un kouros di stile severo databile tra il 480 e il 470 a.C. realizzato ad Akragas e conservato presso il museo archeologico regionale di Agrigento. Considerata uno dei capolavori della scultura greca del V secolo a.C. in Sicilia, la statua raffigura un Efebo, ed è alta 102 cm. La statua fu ritrovata nel 1897 in una cisterna della Rupe Atenea, acropoli della città di Agrigento, che si affaccia sul vallone attraversato dal fiume Akragas.
L'efebìa (ephebéia) era la condizione legale dei giovani al primo gradino dell'arruolamento di leva (le odierne "reclute"), che si esercitavano sotto il controllo dello stato. L'efebia era quindi il primo gradino per l'età adulta e sanciva l'uscita dall'infanzia. Ad Atene, per esempio, si era "efebi" dai diciotto ai venti anni e avveniva un solenne giuramento nel tempio di Aglauro:
« Io non disonorerò queste sacre armi, né lascerò l'uomo posizionato accanto a me nella linea. Io difenderò i posti sacri e quelli secolari e non consegnerò la madrepatria più piccola, ma più grande e più potente che io e gli altri possiamo, e darò ascolto a coloro che sono al potere e alle leggi emanate e che saranno emanate in futuro, e se qualcuno le abolirà non glielo permetterò per quanto è possibile a me e agli altri, e onorerò i culti ancestrali. Mi siano testimoni gli dei Aglauro, Hestia, Enio, Enialo, Ares e Atena Areia, Zeus, Tallo, Auxo, Egemone, Eracle, le frontiere della madrepatria e il suo grano, l'orzo, le viti, le olive e gli alberi di fico. »






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Efebo di Agrigento


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